Il ruolo delle emozioni nel processo del perdono è stato indagato in psicologia clinica e della salute in relazione al costrutto di intelligenza emotiva, alle strategie di regolazione emozionale nella risoluzione dei conflitti, e distinguendo tra perdono frutto di una decisione consapevole e quello che deriva da uno stato emozionale.
Rabbia, tristezza e rancore sono le emozioni più comuni in relazione ad un'offesa interpersonale. Il rancore, sommato alla sofferenza per il torto subìto, ne incrementa il carattere di sofferenza, tanto più quanto è associato al rimuginìo mentale, cioè a pensieri ripetitivi legati all'offesa e all'offensore.
Come l'oblio può rappresentare un lenimento del dolore psichico, il perdono può configurare una liberazione da questa spirale di malessere.
“Con il perdono la vittima si libera da una relazione con il colpevole dominata da emozioni negative come il rancore e/o l'odio, mentre il colpevole riceve la grazia di poter ricominciare un nuovo rapporto con se stesso e forse anche con l'offeso...il perdono dunque è la novità nell'ambito dei rapporti umani che genera novità”(A. Malo, Dono, colpa e perdono, 2013).
La disponibilità alla riconciliazione, al primato del legame, sono la cifra della reciprocità che costruisce un modo nuovo, autenticamente umano di intendere la relazione, al di là dell'arroccamento sulle spirali che coinvolgono ciclicamente diritti, violazioni, colpe, punizioni.
Il perdono necessita del riconoscimento dell'altro, dei suoi limiti come conseguenza della comune condizione di finitudine umana, e dell'empatia come condizione che consente di comprendere l'altro, percepirlo come ‘prossimo’, compatire le sue carenze: solo così si sarà veramente in condizione di ‘mettere il passato nel passato’.
Dati sperimentali mostrano, in conseguenza di ciò, benefici per la salute collegati al perdono, dalla pressione arteriosa al sistema endocrino ed immunitario. La persona incline a dimenticare e a perdonare le offese presenta minori segni di stress e depressione, si libera più facilmente dai vissuti negativi e conflittuali, è più ottimista e soddisfatta. Il benessere relazionale è al tempo stesso benessere mentale e incremento della capacità di adattamento e della qualità di vita. Dunque il precetto evangelico di riconciliazione con la persona da cui si è subito un torto non ha solo una valenza etica ma può anche avere ricadute sul benessere psicologico di chi perdona e di chi è perdonato.
Santo Di Nuovo, Memoria e oblio come presupposti del perdono, in Synaxis XXXIII/1 2015.